20 lug 2017

Hibu, moda dagli scarti di moda

15 febbraio 2016
Sapete che il mio quaderno spesso è un contenitore  di parole e di immagini che utilizzo, pena sto benedetto copyright, con entusiasmo presentando progetti innovativi ed originali, non dimenticando che l’occhio, mio in questo caso, vuole la sua parte e che sono convinta che soprattutto quando parliamo di recupero o di riciclo, tra il produrre una cosa faiga che io indosserei subito ed una cagata (perdonate la scurrilità) la linea è labile, soprattutto se c’è il business di mezzo.
Riciclo si, ma l’ideale chiama la creatività, la conoscenza della moda e di ciò che tira. (Oggi scrivo un po’ così ecco..)
Hibu e’ il marchio eco friendly di Alessandro Acerra, il giovane designer, il giovane matrioska, che passa dalla moda all’arte, servendosi degli scarti della moda stessa.
Hibu in francese significa gufo. Infatti i personaggi creati, ispirandosi ai cartoni giapponesi, alle icone del nostro tempo, hanno tutti elementi ricorrenti: occhi grandi, pupilla nera e l’espressività dei gufi.
Alessandro cura ogni dettaglio della produzione Hibu. Predilige l’utilizzo di cotone biologico e  le stoffe con le quali da vita a questi simpatici personaggi sono recuperi dall’alta moda.
L’eco designer sa il fatto suo. Nasce nel 1980 ad Avellino, studia all’Accademia di Brera e sviluppa pienamente non solo come stilista, ma anche come designer di Eco toys per l’appunto, la massima,  del nulla si distrugge.
I mostri ingoia rifiuti, come li definisce, possono essere puff, sedute per bambini o anche cestini da scrivania. Ora vi chiederete come è possibile?
Essi sono composti  assemblando teloni e tessuti di scarto, vengono poi riempiti con oggetti di scarto proprio come un cestino; chiara la critica alla società consumistica privata di ogni sano valore.
Ovviamente parliamo anche di pezzi autenticati, firmati e numerati, di oggetti di design unici e ricercati.
Interessante la sovrastruttura che sta dietro il packaging delle magliette, esse vengono confezionate nel cartone della pizza, ciò rimanda all’ amore dell’artista per la  propria terra, defraudata di tutto, tranne forse della bontà del cibo.
Le t- shirt possono essere indossate, ma una volta dismesse, diventano anch’ esse opera d’arte, quadri appesi al muro.
Io sono convinta della bellezza dell’ idea, del fatto che queste creazioni siano moderne, irriverenti. Lo stilista Fiorucci la pensava come me, o io come lui, e dalla collaborazione con Hibu nacquero stampe per la linea Love Therapy:
image
E voi indossereste una Hibu?
se volete saperne di più www.hibu.it
lalu
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19 lug 2017

ARTEHAND MADEMODA

Hibu, moda dagli scarti di moda

15 febbraio 2016
Sapete che il mio quaderno spesso è un contenitore  di parole e di immagini che utilizzo, pena sto benedetto copyright, con entusiasmo presentando progetti innovativi ed originali, non dimenticando che l’occhio, mio in questo caso, vuole la sua parte e che sono convinta che soprattutto quando parliamo di recupero o di riciclo, tra il produrre una cosa faiga che io indosserei subito ed una cagata (perdonate la scurrilità) la linea è labile, soprattutto se c’è il business di mezzo.
Riciclo si, ma l’ideale chiama la creatività, la conoscenza della moda e di ciò che tira. (Oggi scrivo un po’ così ecco..)
Hibu e’ il marchio eco friendly di Alessandro Acerra, il giovane designer, il giovane matrioska, che passa dalla moda all’arte, servendosi degli scarti della moda stessa.
Hibu in francese significa gufo. Infatti i personaggi creati, ispirandosi ai cartoni giapponesi, alle icone del nostro tempo, hanno tutti elementi ricorrenti: occhi grandi, pupilla nera e l’espressività dei gufi.
Alessandro cura ogni dettaglio della produzione Hibu. Predilige l’utilizzo di cotone biologico e  le stoffe con le quali da vita a questi simpatici personaggi sono recuperi dall’alta moda.
L’eco designer sa il fatto suo. Nasce nel 1980 ad Avellino, studia all’Accademia di Brera e sviluppa pienamente non solo come stilista, ma anche come designer di Eco toys per l’appunto, la massima,  del nulla si distrugge.
I mostri ingoia rifiuti, come li definisce, possono essere puff, sedute per bambini o anche cestini da scrivania. Ora vi chiederete come è possibile?
Essi sono composti  assemblando teloni e tessuti di scarto, vengono poi riempiti con oggetti di scarto proprio come un cestino; chiara la critica alla società consumistica privata di ogni sano valore.
Ovviamente parliamo anche di pezzi autenticati, firmati e numerati, di oggetti di design unici e ricercati.
Interessante la sovrastruttura che sta dietro il packaging delle magliette, esse vengono confezionate nel cartone della pizza, ciò rimanda all’ amore dell’artista per la  propria terra, defraudata di tutto, tranne forse della bontà del cibo.
Le t- shirt possono essere indossate, ma una volta dismesse, diventano anch’ esse opera d’arte, quadri appesi al muro.
Io sono convinta della bellezza dell’ idea, del fatto che queste creazioni siano moderne, irriverenti. Lo stilista Fiorucci la pensava come me, o io come lui, e dalla collaborazione con Hibu nacquero stampe per la linea Love Therapy:
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E voi indossereste una Hibu?
se volete saperne di più www.hibu.it
lalu

4 lug 2017

HIBU

Alessandro Acerra, dà il via a un collezionismo della moda, sotto il segno del riciclo & dell'autenticità. Cura dei dettagli, design ricercato e pregio dei materiali riciclati sono gli elementi distintivi della linea di moda. Le magliette sono fatte a mano una per una con massima cura e rifinitura finale ad ago, ogni esemplare è disegnato, ritagliato e cucito assemblando tessuti differenti. Alessandro elabora i soggetti, sceglie le stoffe, le ritaglia e imbastisce per poi cucirle.  Sono " eco " perché le stoffe provengono da scarti sartoriali o da rimanenze di produttori famosi, tessuti che nascono per capi di lusso destinati alle passerelle modaiole milanesi vengono recuperate, mescolate per poi rivivere in nuova forma con un sano messaggio sociale. Progettati come quadri da indossare sono espressione di prezioso lusso, sono vere e proprie opere d'arte e allo stesso tempo oggetto di consumo: le si può indossare, sporcare, lavare oppure appendere al muro come quadri come consiglia lo stesso eco designer. Ogni t-shirt è diversa dall'altra e ha con sé un certificato di autenticità che ne garantisce l'unicità (una targhetta e la firma interna al capo e il numero di serie personale esprimono il pregio e il lusso di ogni capo, per soddisfare i collezionisti più esigenti). Capi unici che cercano di combattere l'omologazione di massa  portata dalla globalizzazione che valorizzano ogni singolo individuo. Ogni dettaglio, dalla creazione del prodotto alla spedizione, viene curato personalmente da Alessandro  Acerra che non ama lasciare nulla al caso, come ogni artista che si rispetti. Anche il packaging  estroso è frutto di un riuso, infatti vengono confezionate nei contenitori della pizza da asporto. Una scelta non casuale, ma espressione del legame al territorio italiano. La testimonianza contemporanea della più raffinata professionalità artigiana italiana. Simbolo di una delle poche cose che ancora rappresenta l'Italia nel mondo per qualità e produzione.
hibu_moda_abbigliamento_shopping_4fashionlook
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