BizzArt presenta “ECO D’ARTE”
In questa occasione i vari artisti e designer hanno tratto ispirazione dal mondo del riciclo, del biologico ed ecologico. Materiali ed oggetti d’uso comune, o addirittura la spazzatura, vengono riciclati e trasformati in abiti e accessori underground.
L’evento si è tenuto sabato 26 novembre nella soffusa atmosfera del COST a Milano dalle 19.30 durante un Happy Hour all’insegna dell’ecologico e contemporaneamente chic, con la presenza degli artisti a disposizione degli ospiti per tutta la serata. Le foto della serata sono disponibili aquesto indirizzo nella nostra pagina di Facebook.
L’evento si è tenuto sabato 26 novembre nella soffusa atmosfera del COST a Milano dalle 19.30 durante un Happy Hour all’insegna dell’ecologico e contemporaneamente chic, con la presenza degli artisti a disposizione degli ospiti per tutta la serata. Le foto della serata sono disponibili aquesto indirizzo nella nostra pagina di Facebook.
Tutti i capi sono firmati e numerati dal proprio creatore, Alessandro Acerra. Il cliente HIBU può avere un capo con le caratteristiche del fatto a mano – taglio, linea, tessuti riciclati, cotone biologico dei supporti, numero progressivo di produzione, cuciture meticolose, dettagli unici – e allo stesso tempo lo stile della firma dell’artista. Questa collezione coniuga la tradizione italiana della moda e l’attuale esigenza globale del cambiamento, le origini dell’arte sartoriale con l’innovazione del design dell’atelier moderno.
La forza del gruppo sta nel riuscire ad immaginare quale altra vita dignitosa potrebbero avere, cercando di “unire le forze” di materiali che finora hanno svolto mansioni del tutto differenti, e quindi apparentemente incompatibili, per dar vita ad una collaborazione materica utile a creare un unico prodotto, composto da materiali che appartengono al passato in grado di mantenere ancora il fascino dell’umanità, dell’imperfezione, della normalità.
Il suo modo di progettare nasce dall’idea del gioco, e del coinvolgimento dell’utente. Cecilia si ispira a quegli oggetti iconici che oramai sono entrati nell’immaginario comune: la forchetta, la gruccia, il metro, l’arbre magic, l’ombrello, la matita. Altre volte sono materiali di scarto o semilavorati a suggerire un’idea. Prima di buttare un oggetto si chiede almeno un paio di volte se non può più essere utile in alcun modo e quasi sempre il risultato è tenere da parte vari materiali che possono darle ispirazione.
La filosofia di Elena si avvicina al mondo organico, fluido, sinuoso, ma talvolta anche spigoloso, dell’ecosistema naturale. Creando giochi di forme e volumi cerca di avvicinare il mondo artigianale a quello del design industriale e dell’architettura vera e propria.
Mantiene un linguaggio poetico ma allo stesso tempo funzionale, creando un’armonia di forme basate su leggerezza e toni delicati.
Mantiene un linguaggio poetico ma allo stesso tempo funzionale, creando un’armonia di forme basate su leggerezza e toni delicati.
Nel 2011 fonda Creartion, una raccolta di opere materiche concettuali nelle quali reinterpreta oggetti di uso quotidiano, talvolta contaminandoli con interessanti incursioni di tecnologie digitali. Un uovo è così in grado di rompere una griglia d’acciaio e un iPod rivive nelle sue opere visionarie telematiche. Nello stesso anno la sua prima collettiva Arte contemporanea per Adisco, una sua opera viene battuta all’asta da Sotheby’s Milano.
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