I tempi sono maturi. Dopo molti casi isolati di stilisti e marchi che hanno unito moda e sostenibilità, tutto il sistema del fashion Made in Italy ha capito l’importanza di un’attività che sia il più possibile in armonia con l’ambiente. Nella cornice della
Fashion Week milanese, che si apre domani, sarà infatti presentato il
Manifesto della Sostenibilità per la Moda Italiana, elaborato dalla
Camera Nazionale della Moda Italianaattraverso i lavori della commissione “Ecologia e Ambiente” presieduta da
Anna Zegna, e di uno specifico tavolo di lavoro che ha riunito diversi rappresentanti del settore.
“Immaginare il futuro e un ulteriore sviluppo del
Made in Italy senza considerare
i fattori ambientali e sociali sarebbe una scelta miope e autodistruttiva, per questo tracciare
la via italiana della sostenibilità nella moda è una dimostrazione di grande responsabilità e segno tangibile di come i protagonisti del settore facciano sistema”, sottolinea la Camera della Moda. E infatti il documento, che si articola in dieci punti, seguendo tutta la catena del valore, è stato “ il punto d’incontro dei 150 soci, tra i quali le grandi Maison che sfilano nel calendario di
Milano Moda Donna, e delle 1500 aziende tessili e di abbigliamento che compongono il settore”. Andando a vedere tra le imprese e gli atenei che hanno preso parte ai tavoli di lavoro, spuntano nomi importanti: Ermenegildo Zegna, Salvatore Ferragamo, Gucci, Yoox.com, Limonta, Taroni, Simonetta, Material Connexion, Sistema Moda Italia, Politecnico di Milano, Università Bocconi di Milano.
Diversi sono i singoli marchi che già in passato avevano integrato i temi della sostenibilità nelle loro collezioni. Dai marchi del
retail che producono
abiti in cotone organico (da Decathlon a H&M), fino a stilisti particolari, come
Ilaria Venturini Fendi, creatrice della collezione di borse Carmina Campus, e, tra i più giovani,
Alessandro Acerra, ideatore delle t-shirt Hibu, che utilizzano tessuti di scarto. Ma se in questi casi sono improntate alla sostenibilità solo alcune fasi, il Manifesto traccia “una via italiana alla moda responsabile e sostenibile” e invita le aziende ad adottare “modelli di gestione responsabile lungo tutta la catena del valore”.
Si parte dal Design. Qui la raccomandazioni per gli stilisti sono precise: “
Disegna prodotti di qualità che possano durare a lungo e minimizzino gli impatti sugli ecosistemi”; “Valuta la possibilità di utilizzare materiali riciclati e rigenerati e sperimenta modi per reinterpretare prodotti (o parti di essi) e materiali arrivati a fine vita”; “Completa il prodotto con un packaging che minimizzi gli impatti sull’ambiente e la produzione di rifiuti”. La scelta delle materie prime deve richiedere particolare attenzione: “Utilizza materie prime, materiali e tessuti ad alto valore ambientale e sociale”. Tanti gli aspetti migliorabili anche nei processi produttivi: “Riduci gli impatti ambientali e sociali delle attività e riconosci il contributo di ognuno al valore del prodotto”, raccomanda il Manifesto, specificando poi di porre attenzione al consumo delle risorse, alla riduzione dei rifiuti, alla selezione dei fornitori, cercando di utilizzare energia rinnovabile e diminuendo l’uso di sostanze chimiche e le emissioni in atmosfera. E’ consigliabile anche migliorare le proprie performance ambientali adottando un sistema di gestione. Per quanto riguarda distribuzione, marketing e vendita
, il documento chiede alle aziende di includere “criteri di sostenibilità lungo tutto il percorso del prodotto verso il cliente”. Si punta poi sull’educazione dei consumatori, la trasparenza nel comunicare il proprio impegno agli stakeholder, il sostegno del territorio e del Made in Italy, l’adesione dell’impresa ai valori etici universali.
Lo stesso simbolo del manifesto, l’opera di
Michelangelo Pistoletto intitolata
Terzo Paradiso, ha molto da raccontare: "Il Terzo Paradiso mira alla ri-conciliazione tra polarità diverse come natura e artificio e si può realizzare solo attraverso l’assunzione della responsabilità sociale collettiva", spiega l’artista. Secondo Pistoletto l’arte è uno strumento per la trasformazione responsabile della città e Milano, di cui la moda è una delle anime, non può prescindere da questo incontro. E proprio per celebrare il legame tra moda e arte e presentare il Manifesto della Sostenibilità, domani sera a Milano si svolgerà una performance artistica: in una piazza Duomo invasa da stilisti, modelli, vip, buyer stranieri e appassionati di moda e arte, mille studenti delle scuole di moda e design ricreeranno il simbolo dell’opera di Pistoletto.